Critica agli allevamenti dagli universitari olandesi

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17/01/2011

Un appello contro l'esasperato consumo di carne da oltre 100 professori universitari olandesi.

"Appello per un allevamento sostenibile": cosi' si intitola un documento firmato da oltre un centinaio di docenti universitari olandesi indirizzato al governo di quel paese per un allevamento sostenibile. Il titolo non promette molto, perche' sembra la "solita" critica agli eccessi dell'allevamento intensivo e a favore del cosiddetto allevamento biologico, magari in nome della "bonta'" delle carni e della "salute dei consumatori".

Se si trattasse di questo, o solo di questo, l'iniziativa non ci interesserebbe.

Il documento riprende tutte le ragioni di critica agli allevamenti: benessere animale, inquinamento dei terreni e delle acque, impatto sul clima, spreco di risorse in riferimento alla necessita' di sfamare una popolazione mondiale in crescita, effetti negativi sulla salute. Tutte cose dette e ridette che si trovano compiutamente spiegate ad esempio nel sito SaiCosaMangi.info

Di particolare interesse sono le considerazioni economiche e finanziarie. Si afferma, ed e' vero non solo in Olanda, che a livello politico si tende a sostenere l'allevamento in quanto e' un beneficio all'economia, all'export e al reddito delle campagne.

Contro questo stato di cose, una prima considerazione e' che le ragioni della finanza devono essere, e nei fatti lo sono, sottoposte ad una valutazione etica. E' stato cosi' per lo schiavismo e piu' di recente per il lavoro minorile. Bisogna fare altrettanto per quanto riguarda gli animali.

Una seconda, fondamentale considerazione e' che l'industria dell'allevamento sopravvive solo grazie a pesanti sussidi statali ed europei. E se e' di per se' discutibile il finanziare un settore industriale con fondi pubblici, e' molto peggio finanziare un'industria che e' causa di inquinamento, di effetto serra e di danni alla salute pubblica. Siamo quindi all'assurdo che gli stati, in ossequio alla lobby degli allevatori, con una mano finanziano la distruzione dell'ambiente, e con l'altra promuovono interventi contro l'inquinamento, per ridurre le emissioni di CO2, ecc.

Ma andiamo alle raccomandazioni elencate nel documento e in particolare a quelle piu' interessati e di carattere generale.

1) il governo deve assumere un ruolo nell'indirizzare i cambiamenti nel settore dell'allevamento. Non puo' abdicare alle proprie responsabilita' in nome del mercato ma deve usare le leve legislative e i regolamenti per spingere verso un allevamento meno distruttivo (il che prevede per forza di cose una drastica diminuzione del numero di animali allevati).

2) Il consumo di proteine animali dovrebbe essere ridotto di un terzo entro il 2020 e questo deve essere un obiettivo delle politiche governative attuato da una parte attraverso campagne informative per il cambiamento delle abitudini dei consumatori e dall'altra attraverso la cessazione di ogni forma di sponsorizzazione di prodotti di origine animale.

3) tutti i costi sociali e ambientali di carne e latte devono essere inclusi nel prezzo di questi prodotti. In altre parole, il trovarsi a pagare carne e latte al loro vero prezzo costituirebbe un potente disincentivo al consumo di questi prodotti. Quindi, oltre ad eliminare gli incentivi, si tratta di applicare il principio che "chi inquina paga" anche agli allevatori... e diremmo in primis agli allevatori non dimenticando che l'allevamento e' la prima causa dell'effetto serra, ben prima dei trasporti e quindi dell'industria del petrolio.

4) Strumenti a sostegno della conversione produttiva degli allevatori. E' stato fatto in tatissimi altri settori e non si vede perche' queste politiche non debbano valere anche in questi casi.

4) Ricerca e sviluppo tecniche produttive efficienti di prodotti a base vegetale che incoraggino il passaggio ad una dieta vegan.

Perche' abbiamo parlato di questo documento? Sicuramente perche' ha molti contenuti che condividiamo e perche' non proviene dai "soliti animalisti" ma da ambienti accademici di diverrse discipline. Perche' vuol dire che la motivazione etica del rispetto degli animali sta trovando consenso, sostegno e solide ragioni a favore anche in ambiti diversi ed estranei al mondo animalista. Questo e' importante per un mondo piu' giusto ed e' importante per gli animali.

Fonte:
Dutch professors join forces against factory farming

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