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Leggi per gli animali nelle universita'

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09/05/2008

Nelle aule di giurisprudenza di molte universita' si comincia a parlaredi "leggi per gli animali".

Sono oltre un centinaio le universita' che in tutto il mondo hanno predisposto dei corsi, delle sezioni, delle specializzazioni in questo indirizzo. Principalmente negli Stati Uniti (oltre 80), in Canada e in Australia, ma anche alcune, sebbene ancora poche, in Europa (Inghilterra, Svizzera, Portogallo).

"Animal law" - leggi per gli animali

Ma cosa si intende per "animal law"? Si distinguono due principali filoni. Le leggi a protezione e innalzamento del "benessere animale" sono caratterizzate dal fatto considerare gli animali una proprieta', e puntano a proibire "inutile dolore e sofferenza" all'interno di questo quadro di riferimento.

Ad esempio le norme sulle galline allevate a terra piuttosto che in gabbia non vietano lo sfruttamento (e l'uccisione) degli animali, ma puntano a limitare le piu' gravi (e non produttive) efferatezze. Oltretutto, leggi come questa, da sole sono praticamente inutili: se non accompagnate da una diminuzione dei consumi e quindi del numero di animali allevati, nella pratica non potranno mai essere applicate, ne' potranno essere effettuati i dovuto controli, e la sofferenza degli animali rimarra' invariata.

Le leggi per "i diritti animali" vanno oltre l'illusione o meglio mistificazione dello sfruttamento "umanitaro" e puntano a riconoscere, almeno e inizialmente per alcune specie animali, i diritti fondamentali: e cioe' alla vita e alla non sofferenza inflitta. Questa tendenza nella legislazione si basa sull'assunzione che fino a che gli animali vengono considerati "cose" e non vengono loro riconosciuti "diritti", si continuera' ad usarli come "risorse" per soddisfare i bisogni degli umani (bisogni intesi non come cose "necessarie", ma come cose che si desidera avere, perch' non c'e' mai necessita' reale nello sfruttamento degli animali).

Ma gli animali hanno bisogno delle leggi?

In linea di principio, no. Gli animali hanno solo bisogno di essere lasciati stare. Loro non fanno parte della nostra societa', hanno una loro societa', ciascuna specie ha le sue regole, i suoi rituali, il suo modo di vivere, e nessuna di loro ha bisogno degli esseri umani, anzi, gli esseri umani hanno sempre e solo fatto danni agli animali. Quindi, gli animali non vanno "inclusi" nella nostra societa', vanno solo lasciati in pace, lasciati vivere.

Nella realta' attuale, pero', le cose non stanno cosi', gli animali sono inclusi nella nostra societa' per essere usati, e quindi fare leggi a loro difesa e' necessario. Anche secondo J. M. Coetzee, Nobel per la letteratura nel 2003 e autore del libro "La vita degli animali" (un testo introspettivo sulle radici della scelta vegetariana) e' un bene che accanto al pensiero filosofico e all'attivismo animalista si affianchi un movimento di legislatori, avvocati, esperti di diritto che operino in sinergia in difesa degli animali.

Ma vediamo cosa ne pensano in proposito gli avvocati di Voiceless, un gruppo australiano che opera nel campo della promozione e dello sviluppo della legislazione pro-animali.

"Ogni giorno in Australia (... e in tutto il mondo [NdT]) migliaia di animali vengono uccisi, picchiati, torturati, soffrono la fame, vengono imprigionati e maltrattati in una infinita' di modi. Li mangiamo, ci vestiamo dei loro corpi, li cacciamo, li usiamo per divertimento, li vivisezioniamo e li addestriamo ad obbedire ai nostri comandi. Pensando a questo, pensando che le leggi negano una voce agli animali classificandoli come 'proprietà', noi di Voiceless crediamo la vera domanda che la gente dovrebbe farsi non sia 'perché gli animali dovrebbero avere degli avvocati' ma 'perché gli animali non hanno ancora degli avvocati'!".

Fonti:

Voiceless - avvocati per gli animali
The Australian, Animal law a strong draw for students

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