Prima di mangiare quell'hamburger, pensa al riscaldamento globale

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08/03/2007

Riportiamo la traduzione di un articolo comparso di recente su una rivista americana, che mette in luce come il problema del riscaldamento globale sia molto legato al consumo di alimenti animali, e che non e' solo sui veicoli a motore, le centrali elettriche, ecc. che bisogna intervenire per risolverlo, ma anche (anzi, ancora di piu'!) sulle nostre abitudini alimentari, che hanno un impatto molto maggiore di quello che molti credono.

Quando il Congresso affronta le cause del riscaldamento globale e cerca dei rimedi, l'attenzione si concentra sui veicoli a benzina e sulle centrali elettriche a carbone, non sugli umili bovini. Eppure gli allevamenti sono tra le principali fonti dei gas serra, causa dei cambiamenti climatici. E dal momento che le diete a base di carne si stanno diffondendo sempre di piu' in tutto il mondo, cambiare le nostre abitudini alimentari potrebbe rivelarsi tanto difficile quanto cambiare i nostri mezzi di trasporto.

Secondo una recente relazione della FAO, il problema non è solamente quello delle ben conosciute flatulenze, sulle quali spesso si fa dell'ironia, e delle deiezioni dei ruminanti. Un imoatto ben maggiore ce l'hanno le modifiche dell'utilizzo dei terreni, soprattutto la deforestazione per aumentare le zone di pascolo e per liberare terreni per la coltivazione di mangimi per animali. Così come l'utilizzo di energia per produrre fertilizzanti, per far funzionare i macelli e gli impianti di produzione delle carne, e per pompare l'acqua. Quando le scoperte della FAO furono rese note a Novembre, uno degli autori della relazione, Henning Steinfeld, dichiarò: "Gli allevamenti sono una delle principali cause dei più seri problemi ambientali di oggi".

La triplice minaccia dei gas

La FAO ha comunicato che gli allevamenti sono responsabili del 18% delle emissioni di gas serra misurate in anidride carbonica equivalente. Questo comprende il 9% delle emissioni di anidride carbonica, il 27% del metano e 65% dell'ossido di azoto. In totale, queste superano le emissioni causate dai mezzi di trasporto.

Gli ultimi due gas menzionati sono particolarmente problematici, sebbene nell'atmosfera siano in quantità minori rispetto al biossido di carbonio, che rimane il maggior colpevole del riscaldamento globale. Ma il metano ha 23 volte il potenziale di riscaldamento (GWP) rispetto al biossido di carbonio e l'ossido di azoto 296 volte di più.

Il metano potrebbe rappresentare un problema anche più grave se il permafrost nelle latitudini più a nord si sciogliesse con l'innalzamento delle temperature, rilasciando il gas attualmente intrappolato sotto la vegetazione in decomposizione. Quel che è certo è che le emissioni di questi gas potrebbero aumentare notevolmente se gli esseri umani continuano a consumare una sempre maggior quantita' di prodotti derivati dagli allevamenti.

Con l'aumento della prosperità in tutto il mondo negli ultimi decenni, il numero delle persone che mangiano carne – e la quantità che ne viene consumata ogni anno – è cresciuto costantemente.

Secondo la FAO, tra il 1970 e il 2002, il consumo annuo di carne pro capite nei paesi in via di sviluppo è aumentato da 10kg a 29kg. Mentre nei paesi industrializzati, si e' passati da 65kg a 80kg.

Informazioni sulla dieta vegetariana

A seguito dell'aumento della popolazione, il consumo di carne nel mondo in via di sviluppo è quasi quintuplicato durante il trentennio tra il 1970 e il 2002. Inoltre, è previsto che la produzione annua globale di carne aumenterà più del doppio, da 229 milioni di tonnellate all'inizio del decennio fino a 465 milioni di tonnellate nel 2050. Ciò rende quello degli allevamenti il settore dell'agricoltura globale caratterizzato dalla crescita più rapida.

Gli attivisti per i diritti degli animali e coloro i quali sostengono la causa vegetariana hanno subito afferrato le implicazioni della relazione della FAO.

Noam Mohr ha scritto, in una relazione per EarthSave International: "Il modo migliore per ridurre il riscaldamento globale durante la nostra esistenza è diminuire o eliminare il consumo dei prodotti di origine animale". Mohr scrive inoltre che il cambiamento della dieta puo' far diminuire le emissioni dei gas serra più velocemente rispetto alla diminuzione dell'uso dei combustibili fossili, dal momento che il turnover per gli allevamenti è più breve rispetto a quello per le automobili e per le centrali elettriche.

Esiste un via rapida per il raffreddamento?

"Anche se oggi fossero disponibili delle fonti di combustibile a emissione zero, occorrerebbero parecchi anni per costruire e lentamente sostituire le grandi infrastrutture dalle quali dipende la nostra economia attuale" continua Mohr. "Allo stesso modo, contrariamente al biossido di carbonio che può rimanere nell'atmosfera per oltre un secolo, il metano si disperde fuori dall'atmosfera in soli otto anni, per cui diminuire le emissioni di metano significherebbe rinfrescare velocemente la Terra".

Alcuni ricercatori dell'Università di Chicago hanno paragonato l'impatto che hanno i mangiatori di carne sul riscaldamento globale, con quello dei vegetariani e hanno scoperto che la dieta comune americana – inclusi tutti i processi di lavorazione del cibo – da' come risultato 1.5 tonnellate in più di CO2-equivalente all'anno, sotto forma di tutti i gas serra, rispetto ad una dieta priva di carne.

I ricercatori Gidon Eshel e Pamela Martin sono arrivati alla conclusione che i cambiamenti dello stile alimentare potrebbero essere più efficaci che inventare nuovi e più efficienti modelli di auto, che riducano le emissioni annue di CO2 di circa una tonnellata all'anno.

Il Dr. Esherl, la cui famiglia gestiva un allevamento di bovini in Israele, ha dichiarato "non c'è bisogno di arrivare per forza alla scelta estrema del veganismo, basterebbe mangiare un hamburger alla settimana, invece che due, per fare una differenza sostanziale".

Fonte: The Christian Science Monitor, "Before you eat that burger, think of global warming", 23 febbraio 2007

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