L'Austria festeggia 10 anni senza allevamenti di animali da pelliccia

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14/11/2008

L'Austria e' riuscita gia' 10 anni fa ad abolire questi allevamenti nel suo territorio.

Dal sito della VGT, l'associazione animalista austriaca i cui dirigenti e attivisti sono stati di recente tenuti in carcere oltre 3 mesi senza alcun motivo (assieme ad altri esponenti di altre associazioni animaliste austriache), apprendiamo di questo convegno tenuto per festeggiare i 10 anni senza allevamenti di animali da pelliccia.

Il divieto è stato approvato nel febbraio del 1998 e il 30 novembre dello stesso anno è diventato legge. Questa legge fa dell'Austria il primo paese al mondo a vietare l'allevamento di animali "da pelliccia". Sulla base di interviste condotte per strada si e' pero' visto che solo poche persone sono a conoscenza di questa legge, e del fatto che la ragione di questo divieto e' la crudelta' di questo genere di allevamenti.

Il simposio, cui ha partecipato anche un docente universitario, si sarebbe dovuto tenere presso l'Istituto di Biologia, ma all'ultimo momento la direzione ha impedito lo svolgimento dell'evento. L'incontro si e' poi tenuto presso un ristorante vegetariano.

Gli eventi che hanno portato al divieto

L'allora responsabile della VGT, Harald Balluch, ricorda come a meta' degli anni ottanta, grazie ad una massiccia campagna animalista che metteva in luce la crudelta' di questi allevamenti, crollarono le vendite di pellicce. Gli allevamenti chiudevano uno dopo l'altro, e nel 1998, quando venne introdotto il bando, restava solo una di queste "aziende". Il proprietario, con il lauto indennizzo ricevuto, si trasferi' nella Repubblica Ceca e li' ora purtroppo dirige il piu' importante allevamento del paese!

La dott.sa Petrovic, presidente della Societa' Viennese di Protezione degli Animali, ricorda che il Partito Verde presento' una proposta di legge restrittiva sugli allevamenti di animali da pelliccia fin dal 1989, e il successivo referendum nel 1996. Tutti questi sforzi politici spianarono la strada al successo del 1998.

La transizione verso i diritti degli animali

Il giurista E. Theuer ha incentrato la sua relazione sul fatto che questa legge costituisce il primo divieto assoluto di una particolare forma di abuso sugli animali, cosa che e' molto diversa dall'introduzione di norme piu' o meno restrittive.

A supporto di questa legge vi e' il fatto che le pellicce sono un lusso, e che e' stato dimostrato che non e' possibile detenere animali selvatici in cattivita' senza farli soffrire. L'importanza di questo bando e' che esso si colloca su un piano diverso dalla classica visione del "benessere animale" e di quelle leggi che puntano a ridurre la sofferenza, ma non si oppongono all'abuso in quanto tale.

D'altra parte, va anche detto che questa legge non riconosce agli animali "da pelliccia" diritti soggettivi; diritti che qualora venissero invece riconosciuti consentirebbero un'azione legale per rappresentare i loro interessi. Di questo tipo di diritto si discute attualmente alla Corte Europea dei Diritti Umani per quanto riguarda gli scimpanze'. Il giurista ha poi messo in guardia che anche dai divieti assoluti, i quali possono essere sovvertiti in futuro a meno, che non si arrivi a una modifica della costituzione tale da garantire uno status giuridico agli animali.

K. Muurimaa, dell'associazione finlandese Oikeutta Elaimille ha parlato delle ripercussioni della legge austriaca negli altri paesi europei. Nel Regno Unito c'e' stata una discussione in parlamento ed in Irlanda del Nord, Scozia e Galles e' stato deciso un analogo divieto. In Scandinavia, dove e' concentrata l'industria della pelliccia, molti allevamenti sono stati chiusi per motivi etici, e, a partire dal 2000, si e' quasi dimezzato il numero di queste aziende.

Uno sguardo al futuro

Nonostante il divieto di allevamento di animali da pelliccia sia in vigore da ormai dieci anni, il commercio non si e' fermato. Un divieto di importazione per ragioni etiche pare non praticabile, a causa dell'impegno europeo sulla liberta' di commercio. Anche il tentativo di bandire l'importazione di pellicce derivate da animali catturati in natura e' stato un insuccesso a causa della resistanza degli Stati Uniti. Ci si e' quindi orientati su campagne contro specifiche aziende, per farle rinunciare alla vendita di capi in pelliccia. L'attivista della VGT M. Springer ha raccontato dei successi ottenuti e di come alcune aziende continuino a vendere pellicce nonostante l'opinione pubblica contraria.

Il dr. Martin Balluch ha infine parlato di come la recente repressione nei confronti del movimento per i diritti degli animali debba essere ricercata in questo primo scontro, e nel successo di questa campagna a favore degli animali da pelliccia. Negli anni '80 e nei primi anni '90 ci sono state molte "colorate" proteste, ma e' mancata la fiducia per puntare al raggiungimento di un chiaro obiettivo. Nel 1997 invece l'obiettivo e' diventato chiaro: far sparire gli allevamenti anche dall'ultima regione che ancora ne aveva. Iniziative come manifestazioni, sit-in nelle aziende di allevamento, occupazione degli uffici dei dirigenti, non hanno portato solo al successo - il divieto generale - e ad un significativo miglioramento delle leggi sugli animali, ma hanno anche purtroppo spronato alcuni politici a bloccare questi progressi attraverso la repressione.

Fonte:
VGT, Austria Celebrates 10 Years without Fur Farms, 28 ottobre 2008

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