I maiali alla diossina: una bella notizia? (forse)

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09/12/2008

Servira' a insegnarci qualcosa, o servira' solo a far uccidere ancora piu' animali?

Sulle prime pagine dei giornali di questi giorni si parla di maiali, ma anche bovini, le cui carni risultano contaminate da diossina: i dettagli in cronaca, come si dice in questi casi.

Non e' una bella notizia, perche' migliaia di altri animali dovranno morire per rimpiazzare questa carne che ora verra' distrutta.

E' una bella notizia da un'unico punto di vista: quello della consapevolezza dei consumatori. Ma anche qui un "forse" e' d'obbligo, perche' non e' cosi' assodato che passare dalla "beata ignoranza" all'allarme porti a qualcosa.

Purtroppo la lista dei disastri della zootecnia e' lungo. E questa nuova "emergenza" e' in realta' assai vecchia. Con una semplice ricerca, su questo specifico argomento troviamo:

Quindi, in nemmeno dieci anni si sono susseguite 4 crisi "identiche" che hanno comportato costi enormi in termini di spesa pubblica e di animali ammazzati.

Ad esempio la crisi della BSE ha comportato costi aggiuntivi in Europa di oltre 40.000 miliardi di lire. Per l'aviaria si e' previsto un costo di 550 miliardi di dollari a livello mondiale. Questo oltre le "normali" sovvenzioni che L'Europa eroga all'industria dell'allevamento.

Questo significa che tutti i controlli e gli interventi delle autorita' sanitarie non hanno sortito alcun effetto duraturo.

Questi fatti, che si vanno a sommare ad altri disastri di enormi proporzioni come la BSE, l'aviaria, il latte alla melanina, le infezioni da listeria (decine di vittime in Francia tra il '92 e il '95) ed escherichia-coli (almeno 20 morti in scozia tra il '96 e il '97) e tanti altri meno eclatanti, dimostrano che un allevamento rispettoso della salute dei consumatori, e magari anche degli animali non puo' esistere.

Quando le autorita' sanitarie intervengono a turare una falla del sistema se ne apre a ruota un'altra e poi un'altra ancora... Fino a che il mercato chiedera' "carne"... carne sara'. A qualunque costo. Non ci potra' essere, seriamente, ne' "animal welfare", ne' rispetto per l'ambiente e sicurezza degli alimenti fino a che i consumi resteranno a questi livelli.

L'unica strada per evitare il continuo riproporsi di questi disastri e' quello di ridurre, ma sul serio, i consumi di prodotti animali. E' illusorio pensare che normative e controlli o "nuove tecnologie di allevamento" possano risolvere alcunche'. Noi tutti, singolarmente, possiamo concorrere fattivamente a salvare vite, animali ed umane, smettendo di mangiare carne, latte, uova.

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