Codice della strada contro i cavalli

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31/07/2010

Reso legale l'uso di calessi in città, un regalo a chi sfrutta i cavalli.

Ripubblichiamo un articolo di Gea Press sul problema dei cavalli sfruttati per le corse illegali, soprattutto legate all'ambuente mafioso.

Codice della Strada e cavalli di Mafia. In anteprima su GeaPress l'inchiesta filmata della TV di Stato Svizzera.

GeaPress rivolge un appello al Ministro Maroni, in visita a Palermo. Si provveda urgentemente a risolvere la drammatica situazione dei cavalli da corsa legittimati dal Nuovo Codice della Strada, all'uso delle vie finanche cittadine. Per GeaPress si tratta di un problema di ordine pubblico, intimamente collegato alla cultura mafiosa e pericolosamente trascurato fino alla sua legittimazione.

Mentre ci si indigna per come polacchi, spagnoli, lituani e romeni trasportano nel nostro paese i loro cavalli (per darli da mangiare a noi) nessuno si è accorto che il neo Codice della Strada italiano (vedi articolo GeaPress) consente già ad un quattordicenne, ed anche se di natali mafiosi, di sfrecciare in piena città con uno dei simboli più noti dell'iconografia criminale: il calesse da corsa.

Il terrificante mondo del cavallo nelle strade italiane è stato in questi giorni oggetto di attenzione di numerosi network stranieri (vedi documentario GeaPress) e tra questi la TV di Stato Svizzera. I giornalisti elvetici hanno così potuto constatare la drammatica situazione che coinvolge i cavalli del sud Italia e di Palermo in particolare. In quest'ultima città hanno velocemente scoperto la breve quanto tremenda "filiera" del cavallo. Ippodromo, corse-carrozze turisti, macello.

Il filmato della TV Svizzera, che andrà in onda a giorni, mostra le stalle lager in pieno centro cittadino, le interviste alla Polizia di Stato che interviene sempre contro le corse clandestine ma che nulla può innanzi al permissivismo del Codice della Strada che genera e sostiene il fenomeno. Le interviste ai venditori di carne equina e le puntate "popolari" per le corse, i palii religiosi, fino alle incredibili dichiarazioni dei vetturini del porto di Palermo. Le corse non sono clandestine, bensì uno svago! Siamo abusivi, tutto in regola! I giornalisti che parlano di mafia? Tutti cretini!

GeaPress è stata autorizzata a mostrare una breve anteprima registrata proprio durante le interviste ai vetturini.

I cavalli schiavi del Codice della Strada italiano sono migliaia, con situazioni particolarmente pericolose in Sicilia, Campania e Puglia. Cavalli prelevati dall'ippodromo (Napoli e Palermo) o arrivati in nave dell'Argentina (Puglia). Acquistati da una scuderia dell'ippodromo all'età di 3-4 anni per non più di mille euro, e destinati a tirare le carrozze per i turisti così come i calessi funzionali alle corse clandestine. All'incirca per lo stesso prezzo di acquisto vengono poi venduti ai macelli, come quello abusivo scoperto dai NAS di Palermo ove i poveri animali venivano uccisi a martellate.

"Mi sembra una situazione un po' surreale", ha dichiarato a GeaPress, dopo l'approvazione del nuovo Codice della Strada, Valérie Dupont che ha curato l'inchiesta per la TV di Stato Svizzera.

Tutto possibile grazie al Codice della Strada il quale, rimasto ai livelli di una Italia agro pastorale, prevede, finanche per la città, l'uso dei mezzi a trazione animale e tra questi proprio i calessi da corsa. E' questa la situazione dell'animale da reddito più comune per le strade del sud Italia che il nuovo Codice della Strada vorrebbe tutelare con un piccola multa da contestare a chi li investe.

Fonte:
GeaPress, Maroni a Palermo - Appello di GeaPress, 30 luglio 2010

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