Il cane Mambo al processo contro i suoi aggressori

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20/09/2009

Dopo l'aggressione col fuoco, il cane si salva, i colpevoli processati.

Espirade de l'Agly, sud della Francia, esterno notte. Strade deserte, lampioni gialli, piccoli condomini di periferia col giardinetto in campo lungo. Due ragazzi che tirano tardi, che si baciano per scherzo, che parlano ad alta voce, forse un po' brilli, senza dirsi nulla. Insegne al neon su negozi chiusi, i rumori della citta' di notte. Entra in scena un cane, un randagio tranquillo, abituato all'uomo e a sopravvivere di quello che noi buttiamo. L'attenzione dei due si fissa su quel cane che gironzola loro intorno. Capisci che stanno architettando qualcosa... la ragazza lo avvicina, lo afferra e lo tiene fermo mentre l'altro gli getta addosso della benzina spuntata fuori chissa' da dove. Poi un accendino e il cane che corre via come impazzito. La camera a spalla lo segue mentre scappa, mentre si rotola per terra cercando di spegnere quelle fiamme che lo stanno divorando. Guaiti e risate sguaiate, Stacco, e campo medio su quei due che ridono ebeti...

Potrebbe essere la scena di un film, ma si tratta invece di un reale fatto di cronaca, uno dei tanti episodi di criminalita' e sadismo nei confronti degli animali che questa volta ha suscitato una vasta eco sui giornali e nell'opinione pubblica francese e non solo. Petizioni al presidente del tribunale, gara di solidarieta' per pagare le cure al cane, che fortunatamente si e' salvato, e dargli una casa. Interessamento di personalita' del modo dello sport (Zidane), del cinema (Delon) e delle associazioni animaliste (la Societa' per la protezione animali SPA e la fondazione Bardot).

Lo hanno fatto per noia, perche' non sapevano cosa fare. Questa e' stata la "motivazione" che la ragazza (22 anni) ha fornito al giudice. E' stata condannata ad un anno di carcere (di cui 6 mesi con la condizionale) e 6.000 euro di multa per il reato di crudelta' e barbarie nei confronti degli animali. Il suo compare, minorenne, verra' processato il prossimo 17 dicembre.

Casi di questo genere non sono episodici. Di recente c'e' stato il caso a Torino del riccio preso a calci come un pallone e poi bruciato, quello del cane ucciso a sprangate a Pordenone, filmato col cellulare e poi mostrato al bar come una vanteria; ci sono gli infiniti casi di avvelenamento che passano sotto silenzio, che si chiudono, quando va bene, con una denuncia contro ignoti.

Lo sdegno e la rabbia dell'opinione pubblica su questo caso e' stata notevole, e lo dimostrano le centinaia di post che hanno affollato blog e forum non certo riconducibili a siti animalisti.

Questa storia e' importante perche' il cane, che e' stato chiamato Mambo, accompaganto dalla sua adottante, e' stato ammesso al dibattimento in tribunale "in quanto vittima" e non, come ha dichiarato lo stesso procuratore "per suscitare emozione". E' forse la prima volta che una vittima non umana e' presente in aula come parte lesa: e' un precedente non da poco, e nei processi i precedenti fanno giurisprudenza.

Una giurisprudenza che solo ora sta muovendo i primi passi. E' da pochi anni infatti che si insegna questa specifica materia nelle aule universitarie e solo in alcuni atenei (vedi l'articolo Leggi per gli animali nelle universita'): anzi siamo appena agli inizi di una legislazione che tuteli le altre specie. Uccidere un cane e' oggi reato, ma non lo e' uccidere un capriolo o una lepre (se si e' in possesso di una licenza di caccia). E' reato tenere un cane o un gatto chiusi su un balcone, ma i circhi con animali sono ancora permessi e finanziati dallo Stato... per non parlare di vivisezione e allevamenti.

Con questa schizofrenia giuridica dovremo convivere ancora molto tempo perche' le leggi a volte stanno un passo indietro all'opinione pubblica, a volte un passo avanti. Ma mai due. Questa sentenza, grazie all'ampia eco che ha trovato sui giornali, ha influito sull'opinone pubblica. Attraverso la commozione e la rabbia che ha suscitato ha fatto fare un piccolo, piccolissimo passo avanti verso una cultura di rispetto degli animali. Una cultura senza la quale nessuna legge a difesa degli animali puo' essere realmente credibile ed efficace.

La vita di quel cane e' salva, ed e' bello pensare che tante persone, magari per la prima volta abbiano guardato alla sofferenza di un animale con commozione e rispetto.

Articolo di Valter Fiore

Fonte
Il Corriere della Sera, La doppia vittoria di Mambo, il trovatello che ha commosso la Francia, 16 settembre 2009

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