Non si salvano i bambini regalando polli e yak

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14/12/2009

Alcune associazioni chiedono soldi per inviare animali ai bambini affamati. Affamandoli così ancora di più.

Alcune associazioni umanitarie credono di poter combattere la fame nel mondo solo incoraggiando le nazioni povere a essere più simili a noi nello sfruttamento degli animali e nella degradazione dell'ambiente. La loro attività consiste dunque, in mezzo ad altre cose invece utili, nell'inviare a queste popolazioni capre, yak, maiali, polli e altri esseri senzienti.

Ma questo non aiuta affatto a combattere la povertà, anzi, sia nel medio che nel lungo termine, è un danno per le popolazioni stesse, per l'ambiente, e naturalmente per gli animali.

Per gli animali

Non c'è alcuna garanzia che vengano trattati bene, qualsiasi cosa queste organizzazioni dichiarino, e la loro fine è sempre e comunque la morte violenta (specie per i maiali, i polli, e per i piccoli che le capre e gli yak danno alla luce).

Per le persone affamate

"Donare" animali per la produzione di latte e di carne non solo non è utile a queste popolazioni, ma anzi è un modo per affamarle ancora di più.

Gli animali, quando usati come "fabbriche di carne", consumano molto più di quanto producano, sono fabbriche di proteine alla rovescia. Per ogni kg di carne prodotta, servono da 4 a 30 kg di vegetali, oltre che centinaia di litri d'acqua. Uno spreco enorme, che, ben lungi dall'aiutare i poveri, li impoversisce ancora di più.

I requisiti nutrizionali dei 2-3 miliardi di persone che attualmente vivono con 2 dollari al giorno o meno, a cui vanno aggiunti i 2 miliardi di persone che si prevede si aggiungeranno nei prossimi 20 anni, possono essere soddisfatti solo attraverso una dieta tradizionale efficiente, vale a dire una dieta a base vegetale. I prodotti animali sono tra le fonti di cibo meno efficienti che esistano.

Nei paesi in via di sviluppo, la maggior parte delle persone che riescono a nutrirsi in maniera adeguata consumano pochissimi (o per nulla) prodotti animali, eppure la loro dieta - formata per lo più da cereali, legumi, verdura e frutta - soddisfa tutti i requisiti nutrizionali. Un numero molto maggiore di persone (circa 10 volte tante!) potrebbero nutrirsi adeguatamente con questo tipo di dieta, rispetto al numero di persone che si possono nutrire con una dieta a più alto contenuto di alimenti animali.

Per l'ambiente

Come già detto, gli animali sono "fabbriche di proteine alla rovescia": serve loro molto cibo per produrne in cambio poco, il che causa un enorme spreco di risorse - terreno, acqua, energia, cibo - e conseguente impatto negativo sull'ambiente sotto vari aspetti. Nel caso di animali allevati a pascolo non si pone il problema dello spreco di terra e acqua per la coltivazione del loro mangime (che ruba spazio alla coltivazione di cibo per il consumo diretto umano), ma si verifica invece il pericolo, ugualmente grave, di desertificazione.

Sono cosi' enormi i danni al suolo causati dal sovrasfruttamento dei pascoli (erosione, desertificazione), che la Cina ha disposto all'inizio del 2007 il divieto di pascolo in tutta la nazione, ripetendo il provvedimento temporaneo gia' adottato un anno prima. In Cina si è riscontrato questo problema solo di recente, ma in molte altre nazioni già da tempo si sono verificati seri problemi di compattamento del suolo, erosione e diminuzione di fertilità in molte aree dedicate all'allevamento di bovini e ovini. Queste comprendono l'Ovest americano, l'America centrale e meridionale, l'Australia e l'Africa sub-sahariana.

Concorrenza tra cibo e mangime

Diventa sempre più pressante ogni anno che passa il problema chiamato "food versus feed", cioè "cibo per umani contro mangimi per animali". Più passa il tempo, maggiore è la percentuale di terreni fertili che anziché essere coltivati per produrre cibo per gli esseri umani sono coltivati per produrre mangimi per animali

Il grafico qui sotto fa vedere come sia aumentata la percentuale del consumo di cereali per mangimi dal 1960 (barra violetta) al 2003 (barra rosso bordeaux):

Ricordiamo che la metà dei cereali prodotta nel mondo e il 90% della soia va a nutrire gli animali e non le persone e che il 2/3 dei terreni fertili sono utilizzati per nutrire gli animali d'allevamento anziché essere coltivati per il diretto consumo umano!

L'economista Frances Moore Lappé, ha calcolato che in un anno, nei soli Stati Uniti, sono state prodotte 145 milioni di tonnellate di cereali e soia. Per contro, sono stati ricavati 21 miloni di tonnellate di carne, latte, uova. Facendo la differenza, si ottengono 124 milioni di tonnellate di cibo sprecato: questo cibo, avrebbe assicurato un pasto completo al giorno a tutti gli abitanti della Terra! Con il solo spreco degli USA. E questi dati risalgono a molti anni fa. Ora la situazione è ancora peggiore.

Non è accettabile che un'enorme percentuale dei raccolti disponibili sia ancora utilizzata per nutrire gli animali d'allevamento, anche nella triste situazione in cui la fame e la malnutrizione uccidono quasi sei milioni di bambini ogni anno.

Quel che occorre fare è diminuire il consumo di alimenti animali, in ogni parte del mondo, solo così si libereranno risorse sufficienti a nutrire tutti.

E in tutto questo, associazioni che intendono essere "umanitarie" spingono per aumentare il numero di animali allevati, contribuendo così ad affamare le persone.

Cosa puoi fare tu

Un invito fattivo a tutti: quando ricevete un'email o una lettera da una associazione umanitaria che vuole aiutare le popolazioni più povere, e lo fa "donando" animali... non rimanete in silenzio, ma rispondete loro spiegando che non si tratta di una scelta giusta, sotto alcun punto di vista. Inviategli un link a questo articolo, e spiegate perché non potrete sostenerli fino a che non decideranno di portare avanti iniziative che non danneggino nessuno, animali, ambiente, esseri umani.

Grazie.

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