La classifica dei latti vegetali: qual è il più ecologista?

11/02/2020

Tutti i latti vegetali sono molto più sostenibili di quelli animali, in quanto hanno un impatto ambientale molto più basso sotto diversi punti di vista.

  • Emissioni di gas serra: il latte di mucca ha un impatto triplo rispetto ai latti vegetali.

  • Consumo di territorio: per la produzione di latte vaccino è 9 volte superiore.

  • Impatto su acidificazione, eutrofizzazione e consumo d'acqua: quello del latte di mucca è 12 volte maggiore.

I latti vegetali vincono sempre, dunque, ma confrontandoli tra loro, qual è il più ecologista? Questi sono i risultati riportati in un articolo di The Guardian [1], basati sullo studio di Poore e Nemececk [2] pubblicato nel 2018 su Science, e su interviste con esperti del settore.

1. Il vincitore è il latte d'avena

Il 90% della produzione globale di avena è destinato ai mangimi per animali: se alleviamo meno animali e usiamo l'avena per la produzione diretta di latte vegetale, ne basterà molta di meno di quella attualmente coltivata.

Quello d'avena è un latte versatile in cucina, perché ha un sapore neutro e quindi si può utilizzare per ricette sia salate che dolci.

2. Il secondo classificato è il latte di soia

Anche per la soia vale quanto detto per l'avena: la gran parte è coltivata per i mangimi animali, quindi deviandola al consumo diretto per noi umani ne occorre una quantità molto minore e si possono liberare terreni e risparmiare risorse.

Questo latte è al secondo posto dal punto di vista ambientale, ma è al primo posto da quello nutrizionale: il latte di soia ha caratteristiche nutrizionali eccellenti e porta con sé tutti i vantaggi della soia per la salute.

In cucina è il più utile in assoluto: è in grado di montare (importante per fare la maionese e il cappuccino!) e cagliare (per realizzare la ricotta di soia e il tofu) e grazie alla sua consistenza più corposa è il più adatto per tante ricette dolci e salate. È anche il più diffuso nei negozi e il meno costoso.

3. Latte di canapa e di lino

Questi latti sono al terzo posto, ma sono poco diffusi e probabilmente costosi. Non ci pronunciamo sulla loro utilità in cucina, non avendoli mai provati.

4. Latte di nocciole

Senz'altro buono da consumare come bevanda, specie se mescolato al latte di riso, è al momento abbastanza costoso rispetto agli altri latti vegetali e non molto utile in cucina.

5. Latte di riso

Si classifica solo al quinto posto perché per la coltivazione del riso è necessaria più acqua rispetto ad altri cereali. D'altra parte, il latte di riso è nutrizionalmente inferiore a quello di soia e anche in cucina è meno versatile: è utilizzabile solo in alcuni dolci, certamente non per le ricette salate.

6. Latte di mandorla

Questo latte è tradizionale in Italia, ma richiede molta acqua per la sua produzione, rispetto agli altri. Va anche considerato che è molto calorico e ricco di zuccheri, oltre che decisamente più costoso degli altri latti vegetali, quindi è una buona bevanda da concedersi ogni tanto, più che un latte da utilizzare quotidianamente.

7. Latte di cocco

Come c'era da aspettarsi, il latte di cocco è ultimo in classifica, dato che si tratta di un prodotto tropicale. Ne possiamo tranquillamente fare a meno o consumarlo solo di rado.

Fortunatamente, i due latti primi in classifica sono anche i più utili in cucina, i più nutrienti e a costo inferiore, specie quello di soia.

I latti di riso, di nocciole o di mandorle si possono consumare qualche volta come bevanda, anche a rotazione con i tanti altri latti oggi esistenti: di noci, di castagne, di piselli, e chi più ne ha più ne metta.

Ma ricordiamo sempre che, qualsiasi latte vegetale si scelga, sarà di gran lunga migliore di quello di mucca, in termini di sostenibilità e di salute. E, soprattutto, non causerà la morte di animali.

Fonti

[1] The Guardian, Almonds are out. Dairy is a disaster. So what milk should we drink?, 29 gennaio 2020

[2] J. Poore, T. Nemecek, Reducing food’s environmental impacts through producers and consumers, Science, 1 giugno 2018 (Vol. 360, Issue 6392, pp. 987-992, DOI: 10.1126/science.aaq0216)

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