Combattere i cambiamenti climatici: sta a noi

23/06/2022

Tempo di lettura: 5 minuti

Per la prima volta nei 34 anni della sua esistenza, l'IPCC (l'organismo delle Nazioni Unite per la valutazione dei cambiamenti climatici) focalizza l'attenzione sull'importanza delle scelte individuali per diminuire le emissioni di gas serra in modo significativo.

Lo fa nel suo ultimo report [1] e dichiara che, per quanto riguarda i cambiamenti nel comportamento, il potenziale maggiore ce l'ha la scelta di passare a una dieta a base vegetale.

Uno studio del 2021 pubblicato su Science [2] mette bene in chiaro l'importanza della dieta per limitare il riscaldamento globale; dai calcoli dei ricercatori risulta che, anche nell'ipotesi (ovviamente irrealizzabile) di azzerare l'utilizzo di combustibile fossile e di eliminare tutte le altre emissioni di gas serra degli altri settori:

  • Con l'attuale dieta onnivora media le emissioni del solo settore alimentare renderebbero impossibile limitare il riscaldamento a 1,5 °C, obiettivo che è necessario raggiungere entro il 2050.

  • Anche rimanere al di sotto dei 2 °C sarebbe impossibile, senza un drastico cambiamento di dieta.

  • Con le attuali emissioni, in meno di 10 anni sforeremo il "budget" che invece non bisogna assolutamente superare.

Cos'è il budget di 1,5 °C?

Il report dell'IPCC concorda con questi risultati, e spiega perché questo dato di 1,5 °C è così importante:

  • Dalla rivoluzione industriale, le emissioni di gas serra hanno raggiunto un totale enorme: 2400 miliardi di tonnellate.

  • Quasi la metà di queste emissioni (il 42%) si sono verificate dopo il 1990, e ben il 17% nei soli 10 anni tra il 2010 e il 2020.

  • Se continuiamo con l'attuale tasso di emissioni, in altri 10 anni supereremo il "budget" di aumento di temperatura globale che ci rimane prima di provocare disastri irreversibili: 1,5 °C, appunto.

  • Se ci manteniamo al di sotto di questo budget abbiamo se non altro un 50% di probabilità di evitare gli impatti peggiori della crisi climatica; se lo superiamo la situazione sarà ancora peggiore.

  • Affinché la soglia degli 1,5 °C non venga superata, le emissioni globali devono raggiungere il picco entro il 2025 e poi decrescere. Se invece continuiamo con i livelli di emissioni attuali, ci troveremo su una traiettoria che ci porterà entro il 2100 a un valore disastroso di 3,2 °C di aumento di temperatura.

Quali sono i disastri?

L'aumento di temperatura avrà impatti che non saremo in grado di fermare:

  • Ondate di calore sempre più diffuse e letali.

  • Perdite dei raccolti a livello globale, con conseguenti carestie.

  • Siccità e inondazioni.

  • Collassi degli ecosistemi, dalla foresta Amazzonica alle regioni artiche.

  • Intere regioni costiere che scompariranno, sommerse dall'innalzamento del livello del mare.

Esagerazioni da Cassandra? Magari, invece è la realtà, di cui ciascuno di noi è responsabile.

Vogliamo prenderci le nostre responsabilità?

Prendiamo sul serio l'invito degli scienziati dell'IPCC: ci chiedono di diminuire drasticamente il consumo di prodotti animali a favore di quelli vegetali. Maggiore è la diminuzione, migliore sarà il risultato: perciò, la scelta ottimale è quella di azzerare i prodotti animali.

Teniamo anche conto che l'impatto sull'ambiente della produzione di carne, pesce, latticini e uova non riguarda solo i cambiamenti climatici, ma anche il consumo di acqua, di terreni, la deforestazione, il consumo di energia, l'emissione di inquinanti, la biodiversità. La decisione di cambiare dieta è in mano nostra: non servono azioni governative o modifiche degli impianti industriali o nelle infrastrutture.

È una decisione che possiamo prendere subito e ci porta effetti positivi sia immediati che sul lungo periodo, per la nostra salute e il nostro portafoglio, perché risparmieremo mediamente il 34% sul conto delle spesa [3].

Da ultimo, ma per noi primo per importanza: ci consente di evitare sofferenza e morte a moltissimi animali (1400 animali terrestri più un numero di pesci ancora maggiore, nell'arco della nostra vita).

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Fonti

  1. Rapporto sul clima n. 6 dell'IPCC, aprile 2022, Climate Change 2022: Mitigation of Climate Change.

  2. M. A. Clark, N. G. G. Domingo, K. Colgan, S. K. Thakrar, D. Tilman, J. Lynch, I. L. Azevedo, J. D. Hill, Global food system emissions could preclude achieving the 1.5° and 2°C climate change targets. Science 370, 705–708 (2020).

  3. Springmann, M., Clark, M. A., Rayner, M., Scarborough, P., & Webb, P. (2021). The global and regional costs of healthy and sustainable dietary patterns: a modelling study. The Lancet Planetary Health. doi.org/10.1016/S2542-5196(21)00251-5.

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