13/05/2020
di Marina Berati
Per capire quali sono le credenze più comuni sul tema degli allevamenti e del consumo di carne (e altri ingredienti animali), ho raccolto un gran numero di commenti spontanei su Facebook, scritti da centinaia di persone che hanno guardato alcuni nostri brevi documentari sull'argomento.
Ogni commento è diverso, ma i concetti espressi sono più o meno sempre gli stessi e rappresentano ciascuno una "illusione" - più o meno ingenua - sul funzionamento dell'industria zootecnica e sulla nutrizione umana.
Ho individuato le 5 illusioni più frequenti e per ciascuna di esse ho scelto un commento rappresentativo, a cui risponderò fornendo "dati di realtà": fatti veri contro ipotesi ingenue e non realistiche, per aiutare a superare queste illusioni.
Se non sei già vegan, leggi attentamente, per favore: anche tu, come tutti (e come me molti anni fa!), crederai a una o più di queste illusioni. Ma, se riesci a superarle, potrai cambiare comportamento, con grande vantaggio per tutti: potrai salvare moltissimi animali, fare del bene alla tua salute e proteggere il pianeta.
Il vero e unico interesse dell'industria zootecnica è guadagnare il più possibile con la minima spesa e produrre una quantità enorme di carne, pesce, latticini e uova per soddisfare la domanda sempre crescente.
In questa ottica, gli animali non devono stare bene, devono sopravvivere quanto basta ad arrivare al macello. Una certa percentuale di morti è conteggiata tra i costi: è più conveniente lasciar morire una parte degli animali piuttosto che pagare le cure.
Nessun animale può "stare bene" in allevamento: a migliaia sono stipati in poco spazio, non possono muoversi, vedere la luce del sole, respirare aria pulita. Stanno male sempre, da quando nascono a quando sono uccisi.
Gli allevamenti sono uguali dappertutto, le pratiche sono standard, e quelli che sono mostrati nei video delle investigazioni sono sempre allevamenti di paesi occidentali industrializzati, non di paesi in via di sviluppo, dove le pratiche sono ancora peggiori.
Non è un problema di "controlli": la legge - italiana e di altre nazioni - consente che gli animali siano tenuti in condizioni di sofferenza, altrimenti gli allevamenti dovrebbero chiudere tutti. Il "benessere animale" è solo una termine vuoto.
In tutto il mondo la maggior parte degli antibiotici utilizzati è usata proprio negli allevamenti, che sono quindi una delle maggiori cause dell'antibiotico-resistenza, problema che uccide ogni anno, solo in Italia, 10 mila persona.
In Italia il 70% degli antibiotici è usato negli allevamenti e nel 63% della carne di pollo in commercio sono presenti batteri resistenti agli antibiotici (secondo un'indagine fatta nel 2019 da Altroconsumo).
Gli allevamenti per la "carne bianca", cioè gli allevamenti di polli, sono i peggiori, sia per il numero di animali allevati - parliamo di oltre 500 milioni di polli uccisi ogni anno - sia perché la "carne bianca" è la più contaminata (da feci e batteri).
Per prima cosa, di animali allevati "in campagna" in semi-libertà non ne esistono quasi più, sono meno dello 0,2%: se si dovesse mangiare solo la carne, il latte o le uova di animali allevati così, i consumi andrebbero ridotti di 500 volte. Allora, iniziamo a ridurli di 500 volte, e poi riparliamone. Finché i consumi rimangono questi, quasi nulla arriverà dalla "campagna".
In secondo luogo, non c'è niente di naturale nel togliere alla mucca il latte che è destinato al vitello, come non sarebbe naturale usare il latte di una donna per farne formaggio: il latte, per tutte le specie di mammiferi, viene prodotto dalla madre quando dà alla luce un figlio, e a lui è destinato. Questo è naturale, il resto è una forzatura.
Le mucche sono uccise a 4-5 anni d'età, i vitelli sono tolti alla madre appena nati e uccisi a 6 mesi, o al massimo a 1-2 anni. In natura vivrebbero 20 anni: proprio nulla di naturale, dunque, solo violenza allo stato puro. Questo avviene in ogni genere di allevamento: nessun animale è lasciato vivere fino a morte naturale, nemmeno quelli che provengono da quello 0,1-0,2% di allevamenti più piccoli.
Infine, anche la produzione di uova è tutto meno che "naturale": le galline sono uccelli come tutti gli altri e, in natura, produrrebbero 10-12 uova l'anno, per la riproduzione. Attraverso una selezione genetica sono state ottenute galline che producono oltre 300 uova l'anno: una situazione del tutto innaturale.
Dopo 2 anni di sfruttamento, le galline vengono macellate (i loro fratelli maschi, invece, sono uccisi appena nati): in natura vivrebbero 8-12 anni. Questo vale per tutti gli allevamenti: magari in quelli piccoli (che saranno lo 0,01%!) sono uccise a 3-4 anni anziché 2, ma alla fine è sempre il macello che le attende e per ogni gallina un pulcino maschio viene ucciso appena nato. Nulla di naturale, tutto artificiale, forzato, violento.
La carne non contiene alcun nutriente che non esista anche nei vegetali, quindi dal punto di vista scientifico questa affermazione non sta in piedi. Questa convinzione è in parte un retaggio di quando la carne era un cibo "da ricchi" e quindi considerato uno status symbol, ma in gran parte ci è stata inculcata dalla pubblicità dell'industria zootecnica, ricchissima e potente.
La carne, più che "sostanza", ci porta malattie. Mangiarla, aumenta il rischio di insorgenza di quasi tutte le malattie maggior causa di morte: malattie cardiovascolari, ipertensione, aterosclerosi, diabete, tumori, e altre.
Viceversa, i cibi vegetali di sostanza ce ne danno moltissima e ci offrono tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno, senza grassi saturi né colesterolo.
Proprio no, perché la carne è solo uno dei tanti ingredienti della cucina: è facile eliminarla, basta mangiare tutto il resto. Nessuno mangia solo carne, pesce, latticini e uova. La maggior parte della dieta di ciascuno di noi è basata sui vegetali: eliminando i cibi animali, aumenterà semplicemente la quantità di quelli vegetali.
D'altra parte, solo da pochi decenni si mangia carne a ogni pasto, mentre in tutta la storia dell'umanità questo non è mai successo, e le persone non vivevano certo d'aria.
Tutti i piatti abituali possono essere preparati in versione 100% vegetale. Esistono decine di migliaia di ricette vegan: volendo, si può mangiare ogni giorno un piatto diverso per tutta la vita. Gustoso e anche sano, che previene la malattie anziché provocarle.
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"Mamma, raccontami ancora di quando le persone hanno smesso di uccidere gli animali per mangiarli."
La storia che studieranno le prossime generazioni la stiamo scrivendo noi adesso. Facciamo in modo che sia una storia migliore per tutti gli esseri viventi.