La carne biologica non è meno inquinata di quella da allevamento intensivo

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12/10/2018


E' noto che il consumo di alimenti di origine animale, soprattutto carne e pesce, ma anche latticini e uova, aumenta il rischio di sviluppare malattie degenerative, incluso il cancro. Questo avviene a causa della composizione nutrizionale della carne, per i suoi alti livelli di grassi animali, ferro eme, proteine animali, e altri aspetti.

In aggiunta, vanno considerati gli inquinanti ambientali che si accumulano negli organismi viventi, chiamati POP (Persistent Organic Pollutant, inquinanti organici persistenti; persistenti perché, una volta diffusi nell'ambiente, vi rimangono per decenni) e i metalli pesanti, come mercurio, cadmio e piombo. Tutte queste sostanze si accumulano nella carne e nel pesce, ma anche in latte e uova: più in alto si va nella catena alimentare e più la loro concentrazione aumenta, in modo esponenziale.

Importanti sono gli effetti a lungo termine che si manifestano a seguito di esposizione cronica a tali inquinanti: possono indurre disfunzioni del sistema immunitario, disturbi della sfera riproduttiva, disordini neurologici e anomalie comportamentali. Possono avere effetti mutageni e cancerogeni.

I prodotti di origine vegetale contribuiscono solo in piccola percentuale all'esposizione ai POPs, quindi è ben noto che il metodo migliore per ridurre il rischio è quello di eliminare il consumo di alimenti di origine animale.

Uno studio recente, del 2017 (Hernández ÁR, Boada LD, Mendoza Z, et al. Consumption of organic meat does not diminish the carcinogenic potential associated with the intake of persistent organic pollutants (POPs). Environ Sci Pollut Res Int. 2017;24(5):4261-4273), ha investigato sulla presenza di POPs nella carne biologica, dato che gli animali di questo genere di allevamenti sono nutriti principalmente con mangimi privi di pesticidi e di sottoprodotti animali. I ricercatori hanno esaminato 76 campioni di carne, biologica e convenzionale. Hanno sottolineato che "i consumi alimentari contribuiscono per più del 90% all'esposizione a tali composti, specialmente i cibi di origine animale".

Quello che hanno scoperto è che "le differenze tra carne biologica e convenzionale erano minime" e che "il consumo di carne biologica non solo non sembra diminuire il rischio di cancro, ma a volte il rischio è ancora più alto", nel caso della carne d'agnello, in particolare.

Ancora una volta, chi ritiene che la "carne biologica" sia una soluzione ai vari problemi dell'allevamento rimane - giustamente - deluso:

  • non è una soluzione sotto l'aspetto etico, perché sempre di animali uccisi si tratta: se anche in vita sono trattati un po' meno peggio di quell'allevamento intensivo ("meno peggio", non "bene"), la loro sofferenza rimane enorme e la loro uccisione è esattamente uguale, sempre negli stessi spaventosi macelli;

  • non è una soluzione per quanto riguarda l'aspetto ecologista: al massimo si risparmiano erbicidi e pesticidi usati nei mangimi, ma il rimanente spreco di risorse rimane, anzi, è ancora maggiore negli allevamenti biologici;

  • non è una soluzione per la salute umana: tutti i problemi del consumo di carne rimangono gli stessi, incluso quello della presenza di inquinanti.

La soluzione è una sola: evitare il consumo di qualsiasi prodotto animale (carne, pesce, latticini, uova), di qualunque genere sia l'allevamento da cui provengono, inclusa la pesca in mare.

Fonti e approfondimenti:

VegExpert, Carne biologica? Inquinata e cancerogena come quella di allevamento intensivo., 2 ottobre 2018
SSNV, Il bioaccumulo degli inquinanti: presenti in concentrazioni elevate in carne, pesce, latticini e uova., 12 agosto 2017

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