23/12/2019
Una nuvola di sangue esce da una conduttura subacquea e si espande nelle acque circostanti, quelle del Discovery Passage, il canale che i salmoni rossi selvatici attraversano due volte l'anno nelle loro migrazioni. È la rotta principale che li porta dai fiumi canadesi all'Oceano Pacifico e viceversa.
I salmoni rossi quest'anno non sono tornati nei fiumi in cui da sempre vivono. Solo un decimo di quanti previsti hanno fatto ritorno in alcuni fiumi, in altri ancora meno: 5 su 100, 1 su 100.
Perché il sangue che sgorga da quelle tubature è infetto: contiene un virus chiamato PRV (piscine orthoreovirus) che colpisce i globuli rossi del sangue dei salmoni e causa itterizia e collasso degli organi interni.
Questo virus infetta l'80% dei salmoni rossi degli allevamenti della zona: è proprio da questi allevamenti che provengono gli scarichi di sangue misto a virus, come ha denunciato fin dal 2017 Tavish Campbell, fotografo subacqueo canadese.
Campbell ha documentato con le sue foto che lo scempio continua: a dicembre di quest'anno, nulla è cambiato e, secondo Campbell, siamo sulla via dell'estinzione dei salmoni rossi dei fiumi della Columbia Britannica (sulla costa occidentale del Canada).
Non molto tempo fa il salmone era considerato un "cibo di lusso". Ora, seppur costoso come tutto il pesce, purtroppo ha prezzi molto più abbordabili. Così, ne viene consumato sempre di più, per la gran parte proveniente da allevamenti che inquinano l'ambiente e sono distruttivi per le specie selvatiche.
La moria di salmoni canadesi è un esempio eloquente dei danni che l'acquacoltura (gli allevamenti di pesci) provoca agli animali selvatici e agli ecosistemi.
Gli allevamenti di pesci vorrebbero porsi come "soluzione" ai danni del sovra-sfruttamento dei mari, della pesca selvaggia. Invece, lungi dall'essere una soluzione, peggiorano il problema, perché:
inquinano gli habitat acquatici con l'azoto e il fosforo che scaricano in mare coi resti di cibo, feci e altre escrezioni dei pesci allevati, causano eutrofizzazione;
con le loro emissioni causano la crescita incontrollata di alghe, che impoveriscono l'acqua di ossigeno e impediscono la sopravvivenza delle specie acquatiche;
trasferiscono parassiti e malattie dai pesci d'allevamento a quelli selvatici, come sta appunto succedendo con la nuvola di sangue in Canada;
diffondono nelle acque antibiotici, farmaci e altre sostanze chimiche, usate in grande quantità negli allevamenti: esse servono per tenere sotto controllo le malattie che facilmente si innescano e propagano a causa nel numero enorme di pesci tenuti in condizioni di sofferenza, stipati in spazi molto ristretti.
La soluzione è smettere di consumare pesce. Non esiste pesce "sostenibile", pescato o allevato senza causare danni irreparabili. Finché la domanda di pesce continuerà ad aumentare, aumenteranno anche gli effetti nocivi della pesca e dell'allevamento.
Evitare il pesce significa preservare, oltre alla vita dei pesci e degli ecosistemi acquatici, anche la propria salute, perché mangiare pesce è nocivo. Le carni dei pesci sono un concentrato di inquinanti: metil-mercurio, metalli pesanti, diossina, PCB, microplastiche. Il pesce è la fonte primaria di assunzione di questi composti pericolosi.
Lascia i pesci nel mare: salverai la loro vita e la tua.
Se già non consumi pesce, puoi aiutare gli altri a prendere la stessa decisione, informandoli: diffondi questo articolo e il nostro volantino e pieghevole sul tema.
Fonte:
Video e comunicato di Tavish Campbell Infected Blood and Collapsing Wild Sockeye
Ringraziamo Tavish Campbell per la gentile concessione di utilizzo della foto.
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