Le uova del contadino 'senza crudeltà'? Sono un'illusione.

15/01/2020

Galli e galline a perdita d'occhio che razzolano in giro: niente più strade, niente più case, solo una distesa infinita di pulcini, polli e galline di ogni colore. Questa sarebbe l'Italia se per la produzione di uova non venissero uccisi animali.

Non è questo il paesaggio che ci circonda. E infatti per produrre uova vengono uccisi animali, sempre. Decine di milioni ogni anno, tra pulcini maschi e galline non più produttive. Non stiamo parlando di un numero di uccisioni "marginale": per la produzione di uova vengono uccisi il triplo degli animali che sono uccisi per la produzione di carne rossa.

Eppure, quando si parla di questo problema, si scopre che molti credono che le "uova del contadino" siano un prodotto che non fa del male a nessuno. La realtà è molto diversa: sfatiamo i 4 miti più diffusi.

Mito 1: "Io consumo SOLO le uova del contadino!"

Questo non è mai vero. Il 40% delle uova consumate in Italia si trova nei prodotti confezionati e quelle non sono "del contadino", visto che la percentuale di uova provenienti da piccolissimi allevamenti è irrisoria.

Chi compra le uova del contadino sicuramente non evita le uova che compaiono come ingrediente di un prodotto pronto: questo significa che gran parte delle uova che consuma sono comunque di allevamento intensivo.

Mito 2: "Per evitare la violenza sugli animali, vietiamo gli allevamenti intensivi, compriamo uova solo dal contadino!"

Impossibile. Non ne verrebbero prodotte abbastanza per gli attuali consumi, bisognerebbe diminuirli drasticamente. Quasi tutti gli allevamenti sono intensivi perché tutti vogliono consumare molte uova a basso prezzo. Ma attenzione: nemmeno pagandole 10 volte tanto si potrebbero avere uova che non uccidono animali.

Mito 3: "Consumo solo uova senza crudeltà, perché ho le galline in cortile!"

Anche questo purtroppo non è mai vero, perché c'è un problema a cui spesso non si pensa: che fine fanno gli animali maschi? Dato che per ogni gallina del cortile NON c'è anche un gallo, significa che per ogni gallina che è arrivata nel pollaio è stato ucciso un pulcino maschio.

Pensiamoci un attimo: su 100 pulcini che nascono, 50 sono maschi e 50 sono femmine, in media. Nei vari pollai, di casa, dei contadini, e in qualsiasi allevamento, ci sono invece solo galline, nessun gallo, visto che le uova per il consumo umano non sono fecondate. Ma anche nei pollai coi galli, c'è un gallo per ogni 15-20 galline, non uno per gallina.

Dove vanno a finire allora i tantissimi pulcini maschi in sovrannumero? Sono uccisi, perché inutili: non fanno uova. Sono dunque eliminati appena nascono. Ma se anche esiste qualche raro caso in cui sono allevati per la carne, questo sposta la loro uccisione solo di poche settimane, cambia ben poco.

Perciò, anche le uova di casa comportano crudeltà, anche se le galline fossero lasciate vivere fino a morte naturale (molto raro): per ogni gallina arrivata nel pollaio, un pulcino è stato ucciso.

Mito 4: "Comprando le uova del contadino non si fa del male a nessuno!"

Quale contadino lascia vivere le galline fino alla loro morte naturale? Non l'hanno mai fatto nella storia, di certo non iniziano proprio adesso. Quando la gallina non produce più abbastanza uova, la ammazzano, come han sempre fatto. Dopo i primi 2-3 anni la produzione cala di molto e dopo i 5 anni è quasi nulla.

Una gallina vive fino a di 8-12 anni: perché il contadino dovrebbe mantenere per così tanti anni una gallina che non gli porta alcun guadagno? Ben presto avrebbe nel pollaio più galline vecchie che produttive.

Inoltre, anche in questo caso, per ogni gallina presente in pollaio, un maschio deve per forza essere stato ucciso. Le uova del contadino che non fanno del male a nessuno non esistono.

Non credere alle promesse impossibili

È dunque chiaro che non possono esistere uova prodotte senza uccidere pulcini e galline. Non avviene nella pratica, ma è impossibile anche in teoria, perché vorrebbe dire che ogni anno aumenterebbe di decine di milioni il numero di galli lasciati vivere e mantenuti per 8-12 anni grazie alla "bontà d'animo" degli allevatori, oltre a tutte le galline diventate improduttive. È uno scenario irrealistico.

In tanti si sforzano di immaginare un modo di produrre uova senza sofferenza e morte, ma non può esistere. Se esistesse, chi è vegan consumerebbe questo tipo di uova, saprebbe in base a quali criteri sceglierle. Possibile che milioni di persone, per secoli, si siano sbagliate e invece esistano le uova cruelty free?

Cosa ci guadagniamo noi vegan a sostenere che bisogna evitarle? Se si potessero consumare, pur di stare attenti a certi parametri, lo faremmo. Se non lo facciamo, significa che una soluzione non può esistere. Quando c'è allevamento di animali c'è, sempre, anche sfruttamento e morte.

Quello degli allevamenti "cruelty-free" è solo un miraggio: non usiamolo come scusa per continuare a consumare uova. Il prodotto più inutile che ci sia e dannoso per la nostra salute.

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