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09/02/2018
I detersivi hanno ancora oggi ingredienti testati su animali, con esperimenti molto dolorosi e mortali. E' importante scegliere le marche cruelty-free per contrastare questo tipo di vivisezione e costringere il mercato e la ricerca a cambiare. Esistono purtroppo loghi e marchi fuorvianti su prodotti che non sono davvero cruelty-free: ecco come fare a riconoscere quelli giusti.
Come singole persone non abbiamo moltissimi modi per combattere la vivisezione, visto che è a livello legislativo e di prassi scientifica che occorre intervenire davvero (a differenza del campo alimentare, in cui con la semplice scelta vegan il singolo può decidere da solo di salvare innumerevoli animali).
Però qualche modo alla nostra portata c'è, oltre alla protesta verso le istituzioni.
Il primo modo, il più importante è senza dubbio quello di non donare alle associazioni per la ricerca medica che finanziano test su animali (quasi tutte lo fanno, purtroppo) e informare gli altri su questo, in modo che tali associazioni siano costrette a smettere con questi esperimenti cruenti e del tutto inutili, se vogliono il supporto del pubblico. Questo è il più importante perché la maggior parte degli animali viene uccisa proprio in questo settore, quello della ricerca di base.
Ma c'è anche un altro modo, molto facile, perché consiste solo nel fare attenzione quando facciamo la spesa: quello di acquistare detersivi e cosmetici che rispettano lo Standard "cruelty-free". In questo articolo ci concentriamo sui detersivi perché ad oggi i loro ingredienti sono quasi tutti testati su animali e non esiste alcun divieto a livello europeo per impedire questo genere di test.
La questione "cosmetici" è invece più complessa e, al momento, meno tragica: con il divieto europeo del 2013 è stato ottenuto parecchio... ma non abbastanza (però sarà difficile ottenere di più in tempi brevi). Anche per i cosmetici occorre acquistare solo quelli che rispettano lo Standard internazionale cruelty-free e i motivi sono spiegati in dettaglio nell'articolo: Divieto test cosmetici su animali: cosa e' stato ottenuto e cosa no.
Ad oggi gli animali sono ancora usati in test cruenti e dolorosi per lo sviluppo di detergenti per la casa. Si tratta di "test di tossicità", che verificano quanto è tossico un nuovo ingrediente di un detersivo. Gli animali sono costretti a inghiottire a forza alte dosi della sostanza chimica, o a respirarla; oppure viene loro iniettata.
Si usano soprattutto roditori (topi, ratti, criceti) e conigli, che di conseguenza soffrono di vomito, convulsioni, emorragie interne, danni permanenti a svariati organi. Tutti effetti che causano grande sofferenza agli animali. Se l'esperimento in sé non porta alla morte, l'animale viene comunque ucciso per esaminarne i tessuti.
Si tratta di test inutili, come lo erano quelli per gli ingredienti dei cosmetici, e che potrebbero essere fatti in maniera molto più efficace usando metodi più moderni e scientifici.
Esistono alcune aziende che hanno aderito allo Standard internazionale cruelty-free, quello il cui simbolo è il coniglietto che salta con le due stelline a lato: aderendo, si sono di fatto impegnate in modo formale a non incrementare la vivisezione (la definizione precisa dello Standard e tutte le sue implicazioni è illustrata sul sito VIVO, comitato per un consumoconsapevole e non la ripetiamo qui, per brevità).
Scegliere solo le marche cruelty-free è importante per 3 motivi:
Semplice, quelle che sono elencate nella lista di VIVO - ConsumoConsapevole, un progetto non profit portato avanti da volontari da 15 anni.
Queste comprendono tutte le marche che hanno effettuato la certificazione cruelty-free che in Italia è quella ICEA-LAV; oppure che hanno aderito allo stesso Standard attraverso l'associazione inglese Naturewatch; oppure attraverso l'auto-certificazione di rispetto dello stesso Standard inviata alla dott.ssa Antonella de Paola, autrice della "Guida ai prodotti non testati su animali". Come indicato sul sito VIVO stesso, si consiglia di preferire comunque le aziende certificate, che hanno accettato di sottoporsi a controlli esterni anziché operare in regime di semplice autocertificazione, fermo restando che anche con l'autocertificazione proposta da VIVO le aziende devono fornire parecchia documentazione, di tutti i propri fornitori, e si impegnano formalmente firmando su carta.
Attenzione a non confondersi tra le certificazioni ICEA: ICEA è un ente certificatore riconosciuto che rilascia molti tipi diversi di certificazioni. Quindi un prodotto può essere dotato di certificazione ICEA relativa ad altri aspetti: biologico, senza ingredienti animali, e vari altri. Quella di cui parliamo qui è la certificazione specifica contro i test su animali e ha come logo quello del leaping bunny, il coniglietto che salta.
Altro aspetto sono gli ingredienti di origine animale o meno: per i detersivi il problema si pone poco, gli ingredienti non sono quasi mai di origine animale, mentre per i cosmetici bisogna fare attenzione anche a questo aspetto, oltre a quello dei test su animali. Sul sito VIVO è spiegato quali sono gli ingredienti da evitare.
Tutte le altre diciture, loghi, affermazioni dei produttori che si trovano sui vari siti delle aziende stesse, lasciano il tempo che trovano: non si può sapere se sono fondate, fino a che quelle aziende non aderiscono veramente a questo standard riconosciuto. Quindi, di fatto, vanno ignorate.
In particolare, occorre mettere in guardia contro i vari loghi con coniglietti di varia foggia e il marchio VeganOK, che:
1. non sono certificazioni;
2. non garantiscono nulla per quanto riguarda i test su animali.
In particolare, il marchio VeganOK è, appunto, solo un marchio, NON è una certificazione, quindi non è MAI corretto chiamare VeganOK "certificazione", è fuorviante. Una certificazione prevede i controlli di un ente certificatore riconosciuto, come ICEA e altri.
Oltre a questo, VeganOK non garantisce l'adesione al vero Standard cruelty-free nemmeno come auto-certificazione, quindi dal punto di vista dei test su animali non assicura nulla.
Quello che in teoria il marchio VeganOK dovrebbe indicare è l'assenza di ingredienti di origine animale. Però:
Per finire, ricordiamo che molte persone che hanno a cuore i diritti degli animali evitano i prodotti con marchio VeganOK, per i motivi qui spiegati: NO alle collaborazioni con VeganOK, VeganFest, Promiseland
Le marche italiane che aderiscono allo Standard cruelty-free nei modi sopra spiegati si trovano elencate sul sito VIVO - ConsumoConsapevole: Le ditte "cruelty-free": quali sono e dove trovare i loro prodotti
Per quelle straniere si può invece cercare nell'elenco di Cruelty Free International (ex BUAV inglese): Leaping Bunny product search
Impegniamoci tutti a contrastare la vivisezione in questo campo: non è difficile, i prodotti si trovano facilmente, anche nelle catene di negozi di detersivi diffusi in tutta Italia, e costano poco. Un gesto facile, che ha il suo peso. Passa-parola e invita tutti a fare lo stesso!
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