Nuovo libro: "Vittimologia del reato ambientale"

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07/11/2010

Sovvenzionare la produzione di carne e' un atto "criminale".

Presentiamo l'ultimo libro di Massimo Tettamanti scritto insieme al criminologo Marco Monzani: "Vittimologia del reato ambientale".

Il libro ha in sé un'intuizione tanto semplice quanto potente: la produzione e l'offerta di carne crea, e si usa per la prima volta questo termine, vittime, sia in termini ambientali sia in termini di salute, e sarebbe ora che le istituzioni facessero qualcosa al riguardo. In altre parole, queste dovrebbero cessare di avere un approccio puramente economico ai fenomeni che coinvolgono la vita sociale e l'ambiente, ricadendo sempre e comunque nella logica del profitto, e integrare tale perversa logica con un approccio più responsabile e civile, orientato verso il benessere delle persone e del pianeta. Sappiamo tutti naturalmente che le prime vittime, innocenti e totalmente prive del potere di scelta, sono gli animali, tuttavia nel libro si compie un'analisi su criteri di tipo diverso che naturalmente, qualora applicati, andranno anche a salvare molte di queste silenziose vittime.

Cosa porta gli autori a presentare il problema in modo così innovativo eppure così legato alla realtà di tutti i giorni? E' la chiave di lettura, ossia l'approccio criminologico, vittimologico in particolare. Significa che, di fronte ad un evento, leggiamo la realtà in base alle conseguenze dannose che una determinata azione ha e, se a questa azione è ascrivibile una responsabilità, allora le persone che subiranno le conseguenze potranno essere chiamate vittime e l'azione potrà essere definita come "crimine".

La produzione di carne, ma soprattutto il suo finanziamento da parte della Politica Agricola Comunitaria, viene finalmente interpretata come crimine ambientale. Dove il termine ambientale è ampio e definisce sia l'ambiente in senso stretto sia la società, costituita da individui. Oggi il danno che viviamo e che il pianeta intero con tutti i suoi abitanti vive è dovuto all'assunzione di un approccio esclusivamente economico al fenomeno che deve essere rivisto. Questo libro propone alle istituzioni un nuovo strumento di intervento nella società.

Gioverà ricordare i danni causati dalla carne.

La sua produzione è devastante da un punto di vista ambientale. Lo spreco di risorse, l'acidificazione dei suoli, l'emissione di gas serra, la deforestazione, la produzione di liquami sono allarmanti e sono denunciati ormai da gran parte della comunità scientifica. In più, gli stati e l'Unione Europea, e questa è la cosa inaccettabile da un punto di vista sia etico sia criminologico/vittimologico appunto, sovvenzionano e sussidiano questa attività. Sarebbe come finanziare la camorra o la mafia.

Non solo: l'offerta così smodata di carne costituisce un danno alla salute delle persone. Secondo un sondaggio condotto dall'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), metà degli italiani è erroneamente convinta che lo smog sia un fattore di rischio ambientale più importante della dieta nello sviluppare il tumore dello stomaco. Obiettivo del sondaggio quello di sondare il livello di consapevolezza dei cittadini su una patologia particolarmente aggressiva che colpisce ogni anno circa 13mila persone. I cittadini sono dunque disinformati e per questo presumibilmente operano scelte errate e dannose. Ricordiamo che il consumo di carne è associato a malattie fortemente invalidanti e spesso mortali come l'obesità, il diabete, il tumore e le malattie cardiovascolari in generale.

L'uomo attraverso il mercato tende a trarre profitto da ogni singola situazione e questo è il caso, com'è stato per anni e anni, del fumo. Prima osannato, ora condannato. Prima simbolo di distinzione, oggi di debolezza. Anche se gli interessi economici che gravitano attorno al business fumo sono ancora giganteschi.

Naturalmente a fronte di una vittima (criminologicamente intesa) c'è sempre un responsabile, c'è sempre un colpevole e come tale andrebbe punito e il suo comportamento sanzionato.

Oggi, sui pacchetti di sigarette leggiamo frasi scritte in neretto e a caratteri cubitali: "il fumo causa il cancro", "il fumo nuoce gravemente a te e a chi ti sta intorno", "il fumo rende impotenti".

Che le persone continuino a fumare pur leggendo frasi del genere fa parte del bizzarro comportamento umano ed è riconducibile ad una libera scelta che non è questa la sede per trattare. Tuttavia, riconoscere che il fumo sia indiscutibilmente un danno e vada considerato come tale era un passo che doveva essere fatto. Così come deve essere fatto con la carne.

Un paese civile dovrebbe informare i propri consumatori per tutelarli e per far compiere loro scelte ragionate e consapevoli, dovrebbe fare in modo che le istituzioni collaborino tra loro ed educhino i propri cittadini. Perché nelle scuole può esistere l'ora di educazione sessuale e non può esistere l'ora di educazione alimentare? Leggeremo un domani sulle confezioni di carne l'etichetta "nuoce gravemente alla salute"? Se lo augurano gli autori del libro e ce lo auguriamo noi tutti.

Chi volesse ordinare una copia del libro, può andare al seguente link e seguire le istruzioni:
http://scriptaweb.eu/Catalogo/vittimologia-del-reato-ambientale

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