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18/01/2017
di Marina Berati
Da sempre, col sito NoVivisezione.org prima, e con AgireOra Network poi, abbiamo voluto combattere contro la vivisezione su due fronti: quello etico e quello scientifico. Abbiamo parlato della sofferenza degli animali e dell'arroganza umana nell'usarli come strumenti. E spiegato come la vivisezione sia fallace e di ostacolo al progresso medico.
Insieme, questi due fronti d'informazione e protesta fanno passare il messaggio che la pratica della vivisezione è da disprezzare da ogni punto di vista.
Eppure, esistono persone che si dichiarano antivivisezioniste e vorrebbero però che la battaglia si combattesse SOLO sul piano etico. Volessero occuparsi solo degli aspetti etici, nulla di male, c'è così tanto da fare che ciascuno può scegliere uno specifico filone. Invece, vogliono che NESSUNO si occupi dell'aspetto scientifico e si impegnano addirittura nel diffondere l'idea che sperimentare su animali sia una pratica scientifica utile, provocando così gravi danni, perché:
Parlo di campo di battaglia, fronti, combattimenti... sì, perché quella antivivisezionista è una guerra. Una guerra in cui non siamo noi le vittime, ma gli animali in gabbia, i più indifesi.
Esiste anche un ulteriore problema: le persone che seguono tali teorie a volte insinuano che il filone scientifico del movimento antivivisezionista sia contro la vivisezione SOLO in quanto pratica inutile e dannosa sul piano del progresso medico e che se fosse utile la troverebbe accettabile.
Nulla di più falso: gli antivisezionisti che si occupano dell'aspetto scientifico dichiarano apertamente che la vivisezione non sarebbe accettabile neppure se fosse utile. Semplicemente, si concentrano sul dimostrare che è dannosa, dato che questa è la realtà dei fatti. Perché privare gli animali che agonizzano nei laboratori di questa efficace difesa? Una difesa importante, perché di certo la maggior parte delle persone non è interessata ai diritti degli animali e quindi attaccare questa pratica sul piano della sua utilità serve moltissimo a indebolirla.
Ritengo sia probabile che la battaglia finale, quella che abolirà la vivisezione, debba essere combattuta sul piano etico. Questo perché non basta che una pratica ormai in vigore sia inutile e dannosa per smettere di applicarla: ci sono tanti sprechi in tanti settori, pratiche inutili che vengono portate avanti lo stesso. E questo probabilmente avverrebbe anche con la vivisezione. Quindi, per scalzarla del tutto, per farla diventare illegale, servirà una forte battaglia sull'etica.
Ma siamo ben lontani da quel punto. E l'antivivisezionismo scientifico ci aiuta moltissimo a creare un campo di battaglia favorevole, perché serve a togliere alla vivisezione il consenso del pubblico (non interessato agli animali). In una guerra, il campo di battaglia è estremamente importante, fa la differenza. Scegliere il terreno più favorevole, o adoperarsi per renderlo tale, porsi in una posizione di vantaggio, consente di vincere molte battaglie.
E di battaglie ne abbiamo ancora tante, davanti.
In sostanza, il MOTIVO per rendere illegale la vivisezione sarà probabilmente quello etico. Ma il TERRENO DI BATTAGLIA deve essere ANCHE - e SOPRATTUTTO, in questo periodo storico - quello scientifico.
Se vi capiterà di entrare in contatto con persone che sostengono l'approccio "solo etico", potreste essere tentati di pensare che il vostro antivivisezionismo sarebbe più "puro" se "ammetteste" l'utilità scientifica della vivisezione, perché così sono i diritti degli animali a essere in primo piano.
Ma questo ragionamento non funziona.
Primo, perché la vivisezione NON è utile e non è il caso di spargere in giro le stesse bugie dannose dei vivisettori per sentirsi più "puri".
Secondo, perché non c'è nulla di puro nell'ostacolare la lotta per salvare gli animali. Occorre usare TUTTE le armi a disposizione per difendere gli animali, TUTTI i terreni favorevoli alla battaglia: etica e scienza, che non sono affatto contrapposte. Chi vuole occuparsi solo del piano etico lo può fare senza distruggere il lavoro degli altri e senza seminare dannose falsità.
Se proprio si teme di venire fraintesi, si può specificare sempre, quando si parla dell'inutilità della vivisezione, che se anche fosse utile saremmo contrari lo stesso.
Ricordiamo sempre che combattiamo per gli animali, non per amore di una qualche teoria: con questo in mente, non sarà difficile scegliere la strada giusta.
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"Papà, raccontami ancora di quando le persone hanno smesso di uccidere gli animali per mangiarli."
La storia che studieranno le prossime generazioni la stiamo scrivendo noi adesso. Facciamo in modo che sia una storia migliore per tutti gli esseri viventi.